Il nuovo decreto corregge il calcolo degli acconti IRPEF 2025, allineandolo al sistema a tre aliquote
Il Decreto-legge n. 55 del 23 aprile 2025 risolve un'importante incongruenza normativa che avrebbe penalizzato 2,2 milioni di contribuenti, garantendo che gli acconti IRPEF 2025 siano calcolati con le nuove aliquote strutturali anziché quelle vecchie del 2023. La modifica comporta un risparmio complessivo di 245,5 milioni di euro per i contribuenti nel 2025. Il decreto è stato approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati il 17 giugno 2025 con 153 voti favorevoli.
Dettagli del decreto acconti IRPEF 2025
Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2025 ed entrato in vigore il 24 aprile, apporta una singola ma cruciale modifica all'articolo 1, comma 4 del decreto legislativo n. 216/2023. La correzione elimina il riferimento al "periodo d'imposta 2025", limitando l'applicazione delle vecchie regole al solo 2024.
Il problema risolto derivava da un disallineamento tra il decreto legislativo 216/2023, che aveva introdotto temporaneamente le nuove aliquote IRPEF solo per il 2024, e la Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) che le aveva rese strutturali. Senza questa correzione, gli acconti 2025 sarebbero stati calcolati con il vecchio sistema a quattro aliquote, creando un aggravio per i contribuenti.
Il decreto è stato necessario dopo che il MEF aveva rilevato la problematica il 25 marzo 2025 e il Consiglio dei Ministri ha approvato la soluzione il 22 aprile. L'Agenzia delle Entrate ha aggiornato le istruzioni dei modelli 730/2025 e Redditi PF il 15 maggio 2025 per allinearsi alle nuove disposizioni.
Cos'è l'acconto IRPEF e come funziona
L'acconto IRPEF è un pagamento anticipato dell'imposta sul reddito delle persone fisiche che i contribuenti devono versare per l'anno in corso. Il sistema garantisce entrate costanti allo Stato e distribuisce il carico fiscale nell'arco dell'anno, riducendo l'importo del saldo finale. Il meccanismo prevede il versamento del 100% dell'imposta dell'anno precedente (dal 2013), suddiviso in due rate se l'importo supera €257,52:
- Prima rata (40%): entro il 30 giugno
- Seconda rata (60%): entro il 30 novembre
Per importi inferiori a €257,52 è possibile il versamento unico entro novembre. Non è dovuto alcun acconto se l'imposta dell'anno precedente, al netto di detrazioni e ritenute, non supera €51,65. Chi versa gli acconti può scegliere tra:
- Metodo storico: basato sul 100% dell'imposta dell'anno precedente (più sicuro)
- Metodo previsionale: basato sulla stima dell'imposta dell'anno corrente (rischioso - sanzioni del 30% se sottostimato)
Le aliquote IRPEF 2025 e i nuovi scaglioni
La riforma strutturale dell'IRPEF, resa permanente dalla Legge di Bilancio 2025, riduce gli scaglioni da quattro a tre, eliminando l'aliquota del 25%:23% per redditi fino a €28.000 (prima era 23% fino a €15.000 e 25% da €15.001 a €28.000)
35% per redditi da €28.001 a €50.000 (invariata)
43% per redditi oltre €50.001 (invariata)Il maggior beneficio riguarda i redditi tra €15.000 e €28.000, che godono di una riduzione del 2% rispetto al sistema precedente, con un risparmio massimo annuo di €260.Le detrazioni sono state potenziate:Detrazione lavoro dipendente aumentata da €1.880 a €1.955 per redditi fino a €15.000
No tax area per dipendenti e pensionati elevata a €8.500 (da €8.145)
No tax area per autonomi confermata a €5.500
Tabella degli scaglioni IRPEF 2025
Scaglione di reddito | Aliquota IRPEF | Imposta dovuta
Da €0 a €28.000 | 23% | 23% del reddito
Da €28.001 a €50.000 | 35% | €6.440 + 35% sulla parte eccedente €28.000
Oltre €50.001 | 43% | €14.140 + 43% sulla parte eccedente €50.000
Confronto con il sistema 2023:
- Eliminato lo scaglione 25% (€15.001-€28.000);
- Primo scaglione esteso da €15.000 a €28.000:
- Aliquote superiori invariate.
La riduzione IRPEF per il ceto medio prevista per il 2025
Il Governo ha confermato l'impegno per una riduzione dell'aliquota intermedia dal 35% al 33%, ma l'implementazione dipende dalle risorse disponibili. Due scenari sono allo studio:
Scenario base: riduzione al 33% per lo scaglione €28.000-€50.000
Scenario esteso: riduzione al 33% ed estensione dello scaglione fino a €60.000
Beneficiari potenziali: circa 8 milioni di contribuenti
Costo stimato: €2,5-4 miliardi a seconda dell'opzione scelta
Finanziamento: attraverso il concordato preventivo biennale
Esempi di risparmio annuo stimato:
Reddito €35.000: circa €140
Reddito €45.000: circa €340
Reddito €55.000: circa €940 (se esteso a €60.000)
Il Vice Ministro Maurizio Leo ha confermato che questa è una priorità, ma l'attuazione effettiva avverrebbe dal gennaio 2026, non retroattivamente per il 2025.
Come si calcola l'acconto IRPEF 2025
Il calcolo segue questa formula base: Acconto = 100% × [Imposta anno precedente - Detrazioni - Crediti - Ritenute]
Passaggi operativi:
- Determinare l'imposta dell'anno precedente (campo RN34 del modello Redditi)
- Sottrarre detrazioni, crediti d'imposta e ritenute subite
Se il risultato supera €51,65, l'acconto è dovuto
Suddividere l'importo:
Se inferiore a €257,52: pagamento unico a novembre
Se superiore: 40% a giugno + 60% a novembre
Esempio pratico per professionista con €40.000 di reddito: IRPEF lorda: €6.440 (23% su €28.000) + €4.200 (35% su €12.000) = €10.640
Dopo detrazioni (ipotesi €2.000): €8.640
Acconto totale: €8.640
Prima rata (giugno): €3.456
Seconda rata (novembre): €5.184
Scadenze e modalità di pagamento acconti IRPEF 2025
Scadenze principali 2025:
- 30 giugno 2025: saldo 2024 + primo acconto 2025
- 30 luglio 2025: termine alternativo con maggiorazione 0,40%
1 dicembre 2025: secondo acconto (il 30 novembre cade di domenica)
Proroghe speciali 2025:
Per contribuenti ISA e forfettari:
21 luglio 2025: senza maggiorazione
20 agosto 2025: con maggiorazione 0,40%
Modalità di pagamento: Modello F24 obbligatorio per tutti
Versamento telematico obbligatorio per titolari di partita IVA
Codici tributo: 4033 (primo acconto), 4034 (secondo acconto/acconto unico)
Rateizzazione possibile per saldo e primo acconto:
Massimo 7 rate mensili
Interesse 4% annuo sulle rate successive alla prima
Secondo acconto non rateizzabile
Novità e cambiamenti rispetto agli anni precedenti
Principali innovazioni 2025
Correzione del metodo di calcolo (DL 55/2025):
Gli acconti si calcolano con le nuove aliquote a tre scaglioni
Eliminato il riferimento alle vecchie aliquote 2023
Risparmio di €245,5 milioni per i contribuenti
Strutturalizzazione della riforma IRPEF:Il sistema a tre aliquote diventa permanente
- Confermate le detrazioni potenziate
- No tax area elevata stabilmente a €8.500 per dipendenti
- Esenzione per dipendenti e pensionati:
- Novità assoluta: dipendenti e pensionati senza altri redditi non versano acconti
Prima erano tenuti al versamento se superavano la soglia minima
Semplificazione amministrativa:
Allineamento tra aliquote strutturali e calcolo acconti
Aggiornamento automatico dei software di calcolo
Chi deve pagare gli acconti IRPEF 2025
Soggetti obbligati: Lavoratori autonomi e professionisti con partita IVA
Imprenditori individuali e soci di società di persone
Proprietari di immobili con redditi da locazione
Contribuenti con redditi diversi (capital gain, royalties, etc.)
Dipendenti e pensionati CON redditi aggiuntivi oltre a quello principale
Soggetti esenti (novità 2025):Dipendenti con SOLO reddito da lavoro dipendente
Pensionati con SOLO reddito da pensione
Contribuenti sotto la no tax area (€8.500 dipendenti, €5.500 autonomi)
Chi ha imposta netta 2024 inferiore a €51,65
Importante: l'esenzione per dipendenti/pensionati vale solo se non hanno altri redditi (affitti, investimenti, collaborazioni, etc.)
Esempi pratici di calcolo per diverse fasce di reddito
Esempio 1: Dipendente €25.000 (solo lavoro dipendente)
Situazione: ESENTE da acconti 2025
IRPEF: €25.000 × 23% = €5.750
Detrazioni: €1.955 + bonus = circa €3.000
IRPEF netta: circa €2.750
Acconto 2025: €0 (esente per decreto)
Esempio 2: Pensionato €30.000 + €5.000 affitti
Situazione: DEVE versare acconti (reddito aggiuntivo)
Reddito totale: €35.000
IRPEF: €6.440 + (€7.000 × 35%) = €8.890
Ritenute su pensione: circa €6.000
Differenza: €2.890
Acconto 2025: €2.890 (€1.156 giugno + €1.734 novembre)
Esempio 3: Professionista €50.000
Situazione: DEVE versare acconti
IRPEF: €6.440 + (€22.000 × 35%) = €14.140
Detrazioni professionali: circa €2.500
IRPEF netta: €11.640
Acconto 2025: €11.640
Prima rata: €4.656 (30 giugno)
Seconda rata: €6.984 (30 novembre)
Esempio 4: Imprenditore €80.000
Situazione: DEVE versare acconti
IRPEF: €14.140 + (€30.000 × 43%) = €27.040
Addizionali regionali/comunali: circa €2.000
Totale imposte: €29.040
Acconto 2025: €29.040
Prima rata: €11.616 (30 giugno)
Seconda rata: €17.424 (30 novembre)
Esempio 5: Dipendente €40.000 + consulenze €15.000
Situazione: DEVE versare acconti (redditi misti)
Reddito totale: €55.000
IRPEF totale: €14.140 + (€5.000 × 43%) = €16.290
Ritenute su stipendio: circa €8.500
Differenza: €7.790
Acconto 2025: €7.790
Prima rata: €3.116 (30 giugno)
Seconda rata: €4.674 (30 novembre)
Quindi il decreto acconti IRPEF 2025 rappresenta un importante correttivo che allinea il sistema di calcolo degli acconti alla riforma strutturale dell'imposta. La principale novità riguarda l'esenzione totale per dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi, che non dovranno più preoccuparsi del versamento degli acconti.
Per gli altri 2,2 milioni di contribuenti interessati, il decreto garantisce un calcolo più equo basato sulle aliquote effettivamente in vigore, con un risparmio medio stimato di oltre €100 a contribuente. La prevista riduzione dell'aliquota intermedia al 33% rappresenta il prossimo obiettivo della riforma fiscale, subordinato però alla disponibilità di risorse adeguate.